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Università degli studi di Modena e Reggio Emilia
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Il Museo di Storia Naturale e della Strumentazione Scientifica dell'Università di Modena e Reggio Emilia, nato nel 1990, è diventato nel 1997 un Centro Interdipartimentale, con il compito di promuovere, coordinare e attuare le ricerche e gli studi nel campo della museologia scientifica; di identificare, censire, riunire, preservare, incrementare, esporre, illustrare e valorizzare il patrimonio museale dell'Università Tra questi compiti rientra quello di promuovere, coordinare e rendere efficaci le attività didattiche relative ai percorsi espositivi, secondo una lettura resa possibile a livelli di apprendimento diversi ed offerta ai giovani e a tutta la cittadinanza.


Il Foro Boario, sede del Museo
Le date così recenti che ho ricordato non devono far pensare che la realtà museale scientifica della nostra Università sia una vocazione dei nostri giorni. La nascita dei primi Musei di Storia Naturale in Europa avvenne nella prima metà del milleseicento ma solo un secolo più tardi, col risvegliarsi degli studi naturalistici, i Musei si svilupparono, spesso attorno ad iniziali raccolte private, e raggiunsero valore scientifico. Furono intesi infatti come supporto indispensabile allo studio delle Scienze Naturali e si affermarono quindi, sempre, in ambito "Accademico". Questo è accaduto anche nelle nostre città. Nella seconda metà del '700 Lazzaro Spallanzani iniziando i suoi studi naturalistici a Modena e proseguendoli poi a Pavia, allestisce nella sua residenza di Scandiano una ricca collezione naturalistica divenuta, alla sua morte, proprietà del Comune di Reggio Emilia.

Si può far risalire allo stesso periodo l'istituzione di un Museo di Storia Naturale a Modena: fu il 1776, l'anno in cui il Duca Francesco III d'Este, su richiesta del Dicastero dei Riformatori degli Studi, ne autorizzava la fondazione. Nello stesso anno il Vescovo di Modena monsignor Fogliani legava all'Ateneo modenese, per disposizione testamentaria, la sua collezione privata di storia naturale.

Negli oltre due secoli da allora trascorsi lo sviluppo della museologia scientifica modenese ha in pratica seguito quello dell'Università: con lo svilupparsi ed il distinguersi delle discipline i Musei hanno subito una segmentazione diventando sempre più specialistici: infatti la creazione di nuovi Istituti ha spesso comportato la nascita di nuovi musei, le cui vicissitudini negli anni di questo secolo non sempre sono state felici. Mentre infatti alcuni hanno continuato ad arricchirsi attraverso acquisizioni e donazioni, altri hanno avuto sorte peggiore, in conseguenza sia degli eventi bellici, sia di alienazioni indiscriminate, sia di lavori di ristrutturazione degli edifici, sia, infine, per naturale deterioramento non disgiunto da cattiva conservazione.

L'attuale consistenza del patrimonio museale Universitario, che dall'anno scorso fa parte del Sistema Museale della Provincia di Modena, può essere così riassunta:

- Museo Anatomico di Via Berengario, aperto al pubblico nel 1854, attiguo al Teatro Anatomico, uno dei più antichi (la sua costruzione terminò nel 1775) e tra i pochi ancora oggi esistenti in Italia, voluto e disegnato dal famoso anatomico Antonio Scarpa. Il Teatro Anatomico necessita di un approfondito restauro e non è attualmente praticabile, mentre il Museo Anatomico, grazie al lodevole impegno di alcuni docenti, è in ordine e fruibile, anche se carente dal punto di vista delle attuali norme di sicurezza.

- Museo di Anatomia Comparata, pure in Via Berengario, nato negli anni sessanta con la creazione dell'omonimo Istituto. E' dedicato alla Anatomia Comparata dei Vertebrati: sono esposti in particolare numerosi esemplari e modelli illustranti lo sviluppo embrionale e l'evoluzione del sistema scheletrico.

- Museo di Zoologia. Può essere ritenuto l'erede del Museo di Storia Naturale organizzato per la prima volta da Antonio Moreali nel 1786. Le collezioni esposte sono costituite prevalentemente da Vertebrati imbalsamati e da Invertebrati. Di particolare interesse sono la raccolta di esemplari dell'avifauna modenese con nidi ed uova ed una saletta ornitologica (Sala Savi) che ancora mantiene l'originaria disposizione ottocentesca.

- Museo Geo-Mineralogico. Ha la sua origine dalla donazione, avvenuta nel 1814, della collezione di minerali dell'Arciduca Massimilano, fratello di Francesco IV D'Austria-Este. La collezione mineralogico-petrografica attuale consiste in un gran numero di esemplari. Di particolare interesse sono una raccolta di campioni di carattere regionale, alcuni pezzi rari e pregevoli, come la meteorite caduta in Albareto nel 1765 e una collezione di zeoliti, unica al mondo, frutto dell'attività di ricerca, recente, dei colleghi mineralisti.

- Museo di Paleontologia. Nato nel 1926, attualmente è confluito nel Dipartimento di Scienze della Terra. Di particolare interesse sono la raccolta malacologica dell'Appennino modenese e la splendida raccolta di pesci e palme dell'Eocene di Bolca.

- Museo Astronomico e Geofisico fondato da Francesco IV d'Este nel 1826 ha sede nella torre di levante di questo palazzo e rappresenta un esempio vivente di studio scientifico del periodo tra l'800 ed i primi del 900. Tra gli strumenti più interessanti sono da segnalare i telescopi del 1815 di Giovanni Battista Amici e il pluviometro di Ragona della fine dell'800. Di questo Museo è iniziato da poco il restauro.

Il Museo Universitario di Storia Naturale e della Strumentazione Scientifica, da parte sua, nella sua veste di nuovo centro interdipartimentale, ha già effettuato delle importanti acquisizioni. Tra le più recenti sono da ricordare le terrecotte, già della Clinica Ostetrica e Ginecologica, eseguite da Giovan Battista Manfredini a Bologna tra il 1773 e il 1776, gli scheletri di due dinosauri provenienti dai giacimenti giurassici Americani dell'Utah ed i sauri della "Collezione Franchini". I busti ostetrici ed i dinosauri sono attualmente esposti in apposite sale di Via Berengario 4 con altri reperti paleontologici.

Nel 1997 è entrato a far parte del Centro il "Nucleo di Ricerca in Storia e Didattica della Matematica" nato presso il Dipartimento di Matematica Pura e Applicata della nostra Università. Nell'ambito di un progetto innovativo per l'insegnamento della geometria il nucleo ha prodotto e produce macchine matematiche (pantografi, curvigrafi, prospettografi ecc.) ed ha realizzato itinerari didattici su temi particolari, films in animazione e simulazioni.

Una importante fonte di materiale museale sono peraltro altri Dipartimenti Scientifici dell'Ateneo. Ad esempio le attrezzature scientifiche via via utilizzate nel Gabinetto di Fisica dal 1772, data nella quale Francesco III chiamò ufficialmente ad insegnare la "Fisica generale" Fra Mariano Morini di Parma.

Deve essere sottolineato il fatto che i Musei modenesi non sono solamente depositari di materiali che furono e sono destinati esclusivamente alla ricerca scientifica e all'insegnamento superiore. In essi si è sempre potuto riconoscere una duplice valenza espressa dallo svolgersi, accanto all'ovvia, generale funzione di conservazione e ricerca, di attività scientifico-didattiche in un significato più ampio, non essendo mai venuto meno l'impegno nei riguardi del pubblico e soprattutto delle scolaresche della scuola secondaria.

Rientrano in queste attività anche le mostre allestite ogni anno in occasione delle Settimane della Cultura Scientifica e Tecnologica promosse dal MURST e le mostre allestite nel novembre 1998 presso il Foro Boario. Questo CD contiene il catalogo di una di tali mostre.

I cambiamenti avvenuti negli ultimi anni nell'assetto Universitario, con la trasformazione e l'accorpamento degli Istituti nei Dipartimenti e la costruzione di nuovi edifici, avranno notevoli conseguenze anche sul futuro dell'assetto museale. Infatti, per poter garantire la prosecuzione dell'attività di ricerca e la conservazione delle collezioni, si renderà necessario trasferire buona parte del materiale dalle attuali sedi, che verranno utilizzate ad altri fini.

Peraltro, il trasferimento del Dipartimento di Biologia Animale rende disponile tutto il complesso di Via Berengario 4/16, da tempo assegnato dal Consiglio di Amministrazione al Museo e nel quale già hanno sede i già ricordati Musei di Anatomia Umana e di Anatomia Comparata, i busti ostetrici le Macchine Matematiche, la biblioteca e, provvisoriamente, la sala dei dinosauri.

In una visione di razionalizzazione ed aumento dell'offerta culturale, sembra pertanto opportuno che questi edifici, con l'attigua ala Sud del Foro Boario, costituiscano il nuovo "polo museale" dell'Università di Modena. Questa soluzione, elaborata dal Consiglio Direttivo del Centro e approvata dai competenti organi di governo dell'Università offre notevoli vantaggi.

L'unificazione potrà razionalizzare i problemi della gestione e della tutela del patrimonio storico scientifico, ottimizzando le operazioni di conservazione, ripristino e restauro del materiale esistente.

I nuovi Musei potranno ben integrarsi col più importante centro museale della città, costituito dalla Galleria Estense, dai Musei Civici, dalla Biblioteca Estense e dal Planetario. La vicinanza di tutte queste realtà museali renderà più agevole l'organizzazione della "ricezione": prenotazione ed effettuazione di visite guidate, orari di apertura concordati, possibilità di approfondimento tematici, organizzazione di mostre temporanee su soggetti determinati in occasione di anniversari, di convegni scientifici, di discussione in sede nazionale e internazionale di particolari problemi.

La presenza della storico Teatro Anatomico, debitamente restaurato e di altre aule renderà possibile ospitare manifestazioni culturali, conferenze, convegni o attività didattiche teoriche e pratiche (lezioni, conversazioni, dimostrazioni) per scolaresche e gruppi di insegnanti. Inoltre il luogo è nel centro storico della città, ben servito dai mezzi pubblici e facilmente raggiungibile con mezzi privati, potendo usufruire dell'ampio parcheggio del parco Novi Sad.

Nei palazzi di Via Berengario, oltre ai Musei di Anatomia Umana e Comparata, alle Macchine Matematiche ed alle altre attività sopra ricordate, potrà trovare una collocazione idonea l' attuale Museo di Zoologia, che non verrà assolutamente alterato dal trasferimento per quel che riguarda la sua attuale consistenza e l'ordinamento del materiale, anche per salvaguardarne il carattere e il valore storico.

Le mostre di questo comparto, assieme a quelle dei Civici Musei di Reggio Emilia, la collezione di Lazzaro Spallanzani e quelle zoologica, naturalistica e botanica dedicate ad Antonio Vallisneri, costituiranno il completamento tematico specialistico per il nuovo "Museo di Storia Naturale e della strumentazione Scientifica" che verrà allestito nel lato sud dell'edificio del "Foro Boario". Il relativo progetto esecutivo è attualmente in corso di elaborazione da parte della Società R.A. Consulting di Napoli. Il Museo, è stato progettato per ottimizzarne la funzione educativa, garantendo al pubblico una fruibilità superiore a quella dei Musei di vecchia concezione: si tratterà, in accordo con gli allestimenti dei musei più moderni, della esposizione selezionata di materiale altamente significativo, corredato di pannelli, scritte e sistemi multimediali che permetteranno una lettura unitaria dell'esposizione e rinvieranno, nei casi appropriati, alle altre realtà museali.

Il Museo, nei suoi molteplici percorsi, avrà come oggetto l'evoluzione dell'universo, della terra, della vita nell'accezione più generale del termine, dei prodotti dell'ingegno umano nella sezione dedicata alla strumentazione scientifica, che sarà sfruttata anche per sottolineare le tappe della storia della scienza. Il Museo così concepito potrà svolgere funzioni culturali indirizzate ai giovani, profondamente formative, di tenore nettamente più elevato di quelle offerte da un "museo esposizione"

L'efficacia della didattica sarà rinforzata offrendo al pubblico strumenti di informazione e di lettura del patrimonio in esposizione. Questi strumenti non si limiteranno alla semplice identificazione degli oggetti esposti, ma permetteranno di giungere, in funzione della curiosità e del livello culturale dei singoli utenti, ad elevati gradi di approfondimento. La gestione dei percorsi museali avverrà attraverso l'adozione di un sistema informatico agevole da interrogare, capace di stimolare ed assistere la curiosità dei visitatori. Questo sistema informativo, a struttura ipertestuale, conterrà, per i vari soggetti esposti, notizie storiche, scientifiche e tecniche che potranno rendere del tutto autonoma la scelta del percorso e dei livelli di apprendimento della visita. In questa visione il Museo ha già prodotto, in collaborazione col CICAIA, un CD Rom illustrativo di 155 macchine matematiche, che contiene la descrizione delle macchine, le dimostrazioni ad esse relative, i riferimenti alle fonti storiche e l'illustrazione del funzionamento mediante animazioni e simulazioni interattive.

Il percorso museale si svilupperà nell'ala sud del Foro Boario in circa 1600 metri quadrati attraverso le sezioni di Scienze della Terra e Scienze della Vita, per concludersi attraverso la sezione della strumentazione scientifica.

Non vi è dubbio che l'opera che L'Università ha intrapreso costituirà un importante patrimonio e potrà avere un notevole impatto sulla diffusione della cultura scientifica e sulla formazione di quella coscienza naturalistica di cui il nostro paese è tuttora carente.

Prolusione pronunciata dal prof. Albano Albasini, direttore del Museo Universitario di Storia Naturale e della Strumentazione Scientifica, in occasione dell'inaugurazione dell'823 anno accademico dell'Universitá degli Studi di Modena e Reggio Emilia, 11 Marzo 1999.



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