PROIEZIONI DI CONICHE:
ELLISSE
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A partire dai primi decenni del
Seicento, dopo gli studi fondamentali di G. Del Monte, B. Pascal e G. Desargues, la trattazione delle coniche viene inserita
entro la teoria delle proiezioni.
Le coniche infatti si possono considerare come ombre (o prospettive, o
anamorfosi) delle circonferenze.
In questo
modello fisico i fili tesi possono essere interpretati sia come raggi
visuali convergenti all’occhio di un osservatore, sia come raggi luminosi
uscenti da una sorgente puntiforme. Essi stabiliscono una corrispondenza tra i
piani incidenti s e t: sono corrispondenti i punti collegati dal medesimo filo.
Possiamo anche dire: ogni filo proietta un punto di s in un punto di t; centro
di proiezione è il punto di convergenza dei fili.
Il modello
mostra che la circonferenza giacente sul piano s è proiettata sul
piano t da un centro proprio (non appartenente né a s né a t) in
modo da ottenere una ellisse. Possiamo anche dire: la circonferenza è immagine
prospettica dell’ellisse; l’ellisse è ombra della circonferenza.
Il piano
della circonferenza e il centro di proiezione possono essere ruotati
contemporaneamente per mezzo di un parallelepipedo articolato in modo tale che
la corrispondenza tra ellisse e circonferenza rimanga invariata. (Teorema di
Stevin). Si noti che s ruota attorno alla propria intersezione con t (retta
luogo di punti uniti).